Sherwood ottobre 2013

UN MOVIMENTO PER IL SETTORE FORESTALELa domanda finale di Emiliano Botta nel numero 196 di Sherwood se il settore forestale italiano merita un sistema pubblico più adeguato alle esigenze del nostro tempo è una domanda fondamentale per il nostro futuro.

Nella nostra regione Abruzzo il CO.L.A.FOR. ha rappresentato e rappresenta quello che nella sua esperienza è stato il Consorzio Xiloimprese, con modalità diverse, ma con impressionanti similitudini.

Infatti dopo le prime esperienze di cooperative forestali nella nostra regione tre cooperative hanno dato vita al CO.L.A.FOR., che in poco tempo ha aggregato la maggioranza delle cooperative e poi anche ditte operanti nel settore forestale.

Questa esperienza è stata fondamentale per far uscire le piccole strutture forestali dall’isolamento e darle una voce unica, anche nei confronti delle istituzioni.

Di fronte a queste non c’erano più tante piccole cooperative e ditte boschive, ma una grande, almeno per la nostre regione, realtà in grado di interloquire, proporre nuove soluzioni, costruire nuove ipotesi.

A partire da quella nuova esperienza di “aggregazione di terzo livello” che sono i Consorzi Forestali.

Dieci anni fa, infatti, il CO.L.A.FOR. si è fatto promotore di questa nuova aggregazione che vede insieme non solo le imprese, ma anche i proprietari, soprattutto Comuni.

Una esperienza che parte dalla idea che i soggetti che operano nel settore forestale (proprietari, imprese, tecnici) singolarmente presi sono troppo deboli per poter efficacemente operare in un settore povero come quello forestale.

Questo strumento ha prodotto 14 consorzi forestali e coinvolto in pochi anni una cinquantina di comuni, con due ulteriori strutture di “quarto livello” ForestAbruzzo e Condotta Forestale.

E tutto questo, come sottolineava anche Emiliano, senza alcun intervento di sostegno pubblico. Anzi. Non solo “manca il pilota” come sottolineava Emiliano, ma peggio, il pilota, quando c’è, è incapace, o non vuole, riconoscere ciò che nasce dal basso, ma fa di tutto per ostacolarlo, nella logica, tipicamente burocratica, che “meno si fa e meno rogne si hanno”, e comunque quel che si fa deve rispondere a quello che hanno in mente i burocrati.

Figurati se si può comprendere nuovo ruolo dello strumento Consorzi Forestali, che ha coinvolto in pochi anni troppi soggetti pubblici e privati e deve aver fortemente allarmato chi non voleva un passo in avanti nella aggregazione, ma forse un passo indietro, per tornare a quel mondo di piccole ditte boschive isolate fra le montagne.

C’è quindi problema di Regione, completamente assente e fuori della realtà vera e viva del settore forestale.

E c’è un problema del ruolo del CFS, che negli anni è passato da sostegno tecnico del settore, a mero controllore e sanzionatore.

Le nostre strutture hanno subito negli anni attacchi di ogni tipo. Ritardi, bocciature di progetti, delegittimazione, cavillosità burocratica.

E infine il tentativo di trascinare nel fango il sottoscritto, come persona, ma certamente anche come simbolo di quella realtà che veniva avanti.

Nell’agosto 2008 prendeva infatti avvio un procedimento penale dopo lunghe indagini del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Pescara.

La questione verteva sull’accusa che il CO.L.A.FOR. non avesse realizzato adeguati lavori di manutenzione degli impianti realizzati con i contributi comunitari ex Reg. CEE 2080/92.

In un primo Avviso di Garanzia tale “attività criminosa” veniva contestata per il periodo 2000-2006 per 12 impianti e per 789 Ha, e per aver indebitamente percepito ben 886.000 €.

Dopo un primo interrogatorio, in cui l’imputato faceva presente che molti di quei cantieri erano stati controllati ex post dagli stessi Ufficiali forestali, giungeva un secondo Avviso di Garanzia, in cui scomparivano dei cantieri, ma numero di ettari e importo rimanevano gli stessi, e il periodo diventata dal 2004 al 2008.

Il 30 agosto 2008, prima che all’imputato fosse notificato alcunché, come di pessimo costume nel nostro Paese, Il Messaggero e Il Centro, due giornali locali, pubblicavano con risalto le risultanze delle indagini, con titoli infamanti quali “Rimboschimenti con le pietre” e “Finti rimboschimenti”, “Coop nel mirino della Forestale”.

Vi lascio immaginare il grave danno fatto a chi lavora continuamente con enti pubblici. E contemporaneamente l’AGEA sospendeva tutti i pagamenti. Pagamenti che non sono ancora ripresi e che hanno messo in ginocchio la struttura del CO.L.A.FOR. e di molti dei suoi soci.

Nel dicembre del 2008 Gasper Rino Talucci, in qualità di presiedente del CO.L.A.FOR. veniva rinviato a giudizio per “falsa dichiarazione” avendo dichiarato, negli atti contabili inviati alla Regione, che quegli interventi di manutenzione erano stati realizzati.

Già nella fase di indagine il Presidente del CO.L.A.FOR. e tutta la struttura si erano prodigati per fornire tutta la documentazione utile per dimostrare l’assoluta correttezza dell’operato del CO.L.A.FOR. stesso e di tutte le cooperative socie.

Inutilmente veniva fatto presente che in Abruzzo, al contrario che in altre Regioni, tutti i pagamenti relativi al Reg. CEE 2080/92 erano sottoposti a preventiva verifica effettuata, vedi caso, proprio dagli uffici periferici del Corpo Forestale dello Stato.

Venivano prodotti gli atti contabili a firma dei tecnici incaricati, fatture pagate alle cooperative incaricate dei lavori, prodotti verbali di “avvenuta esecuzione” dei lavori redatti dagli stessi ufficiali del Corpo Forestale dello Stato.

E così il 3 maggio 2010, dopo un paio di rinvii, è finalmente iniziato il processo.

Così, già da allora, è emerso perlomeno qualche problema di coerenza interna delle indagini, a partire dalla precisa individuazione della normativa che sarebbe stata violata, con anche alcune affermazioni, diciamo, discutibili.

Ad esempio che da un sopralluogo fatto nel giugno 2008 si “desume” che dal 2004 non venivano fatte manutenzioni, salvo poi scoprire che esistono verbali di “avvenuta esecuzione” redatti dallo stesso CFS l’ultimo dei quali a gennaio del 2008.

Per non parlare di una dichiarazione di servizio in cui l’ufficiale CFS testimone dell’accusa relazionava come in un cantiere aveva trovato una squadra del CO.L.A.FOR. intenta ad effettuare le manutenzioni che non erano state fatte!

Per non parlare poi delle contraddizioni sulle “percentuali di attecchimento” che avrebbe dovuto garantire il CO.L.A.FOR., che nessuno ha saputo indicare, anche perché non previste in alcuna normativa.

E poi quando questo presunto “successo”, anche questo non previsto da alcuna normativa, degli impianti avrebbe dovuto essere garantito, se ora o alla fine dei venti anni, al che si palesava un processo “a futura memoria”.

Nella seconda udienza testimoniavano poi alcuni dei direttori dei lavori e dei presidenti delle cooperative impegnati nei cantieri.

Dopo la seconda udienza, in verità, il processo avrebbe potuto finire, per intervenuta prescrizione. Ma il Presidente del CO.L.A.FOR. rinunciava a tale opportunità in favore di un pronunciamento della Giustizia.

L’udienza udienza definitiva si è svolta il 16 luglio 2012. In tale udienza la stessa procura chiedeva l’assoluzione piena di Talucci. Tale richiesta è stata ovviamente fatta anche dall’Avv. Alessandro Troilo della Difesa, che ha voluto però ricordare anche tutta la storia assurda del procedimento che si andava a concludere.

Il Giudice ha quindi assolto Talucci dalle accuse con la formula più piena de “il fatto non sussiste”.

Quindi non solo Talucci, e il CO.L.A.FOR., non hanno commesso alcun reato, ma il reato contestato non esiste neppure.

La soddisfazione per l’esito del procedimento giudiziario, che finalmente ridà onore oltre che al CO.L.A.FOR. e al suo presidente, anche a tutte quelle persone che negli anni hanno lavorato su quei cantieri, è mista alla amarezza per un periodo di difficoltà e sofferenza che non avrebbe mai dovuto aver inizio.

Quanti danni hanno fatto all’attività del CO.L.A.FOR. quegli articoli di giornale che diffamavano una intera esperienza di lavoro? Quanti danni ha provocato la verifica AGEA su tutti i cantieri, che ha di fatto bloccato i pagamenti in attesa, forse, dell’esito del procedimento penale?

Per questo, nonostante che “il fatto non sussiste”, siamo amareggiati e pensiamo di aver subito una profonda ingiustizia.

Ma questo non ci ha impedito e non ci impedirà di continuare a lavorare per lo sviluppo del settore forestale nella nostra regione e per la dignità dei suoi addetti.

Siamo fermamente convinti che il futuro del settore forestale è nelle aggregazioni. Solo con la testa più in alto possibile e i piedi ben piantati nella nostra terra il settore forestale potrà sopravvivere.

E le aggregazioni, per essere vitali, è vero che devono partire dal basso. Ma poi devono trovare regolatori e controllori intelligenti, che le sostengano con normative adeguate, e non punitive, e con una prassi tendente a valorizzarle.

Il nuovo Sviluppo rurale 2014-2020 ha reinserito di nuovo fra le misure finanziabili l’associazionismo forestale. E’ un importante segnale per chi, come il CO.L.A.FOR. ha praticato aggregazione senza ricevere alcun aiuto, né normativo né finanziario, anzi dovendosi far spazio fra diffidenze e inciampi.

Ma quale ottimismo possiamo avere quando la Giunta Regionale d’Abruzzo presenta un disegno di Legge per la riforma del settore forestale e propone che i Consorzi Forestali siano solo pubblici, di fatto delle brutte copie delle Comunità Montane, non tenendo in alcun conto che in regione operano ormai da più di un decennio ben 14 consorzi che associano 50 comuni e che sono costituiti tutti come soggetti privati?

Fra l’altro quando tutti i soggetti operanti nel settore forestale, a partire dall’Ordine degli Agronomi e forestali, avevano presentato un altro Disegno di Legge che puntava invece al riconoscimento ed alla valorizzazione della realtà esistente.

Non è certo lo statalismo e il controllo poliziesco che potranno rilanciare il settore nel nostro Paese. E di rilancio c’è bisogno, e non mi dilungo sulla necessità della nostra industria del mobile di materia prima nazionale, sulla diminuzione di assorbimento della CO2 delle nostre foreste ormai invecchiate, sulla occupazione che il settore ad alta intensità di manodopera può offrire in questo momento di grave crisi.

C’è bisogno di un movimento per lo sviluppo del settore forestale. Un movimento che parta dalla aggregazione degli operatori, e che coinvolga poi gli altri interessati, pensate agli industriali del legno, e poi la società civile e politica.

Gasper Rino Talucci

Presidente CO.L.A.FOR. e del Settore Forestazione di Fedagri-Confcooperative

In allegato il testo in pdf pubblicato e l'interessantissimo editoriale di Paolo Mori "Chi sbaglia paga... dipende!" che riprende i temi dell'articolo